di Enza Di Lallo
Viviamo in una società immersa nel mondo virtuale,dell’informazione mediatica, che corre verso un futuro incerto…..eppure proprio oggi pensavo ai miei anni d’infanzia e alle fiabe che mi raccontava mia mamma.
A volte leggeva un libro ,sulle cui immagini colorate lasciavo volare lontano la fantasia, cullata dalla sua voce; altre volte le inventava e avidamente ascoltavo incuriosita , fissandola e incamerando ogni singola parola.
Una fiaba è si un racconto di fantasia, ma quanto c’è da imparare! Innanzi tutto attraverso questa realtà parallela c’è l’inconscio desiderio di parlare di sé e del proprio stato d’animo di quel momento, lo stesso a guidarci e farci sentire simili al protagonista.
Ed è proprio aprendo la porta di quella stanza segreta del nostro inconscio che ci regaliamo l’occasione di aprire una porta del nostro mondo interno, per entrarvi in silenzio e capire ciò che stiamo vivendo , avvicinandoci alle nostre emozioni.
Vista da una certa ottica, prima di raggiungere la maturità intellettuale, questo del linguaggio delle immagini, è l’unico linguaggio che ci sia permesso di comprendere, ecco perché la funzione della fiaba è quella , principalmente, di colmare nel bambino delle lacune dovute, inevitabilmente, alla mancanza di esperienza e di informazione per i pochi anni vissuti.
A conti fatti, oggi , che oramai sono una donna adulta, di quei momenti belli e delle fiabe che mi hanno accompagnata nella mia infanzia, mi sono rimaste alcune cose: la vita è piena di ostacoli e per ognuno di noi c’è l’eventualità di scontrarsi con più di una “strega” durante il proprio cammino, e alla paura non deve accompagnarsi mai il senso di sconfitta, ma la temporanea vittoria del nemico. Tutte le prove si superano, ci vuole forza di volontà e fiducia in se stessi;
quando si combatte con le proprie forze si conserva la speranza del lieto fine, anche se ci si sentiva perduti e senza via d’uscita. E come in tutte le fantasie, anche un momento negativo porta con sé la capacità di insegnarci a sviluppare la nostra identità, a credere sempre che la vita è gratificante, a strutturare il nostro super-io- portatore della morale-, ad accrescere la capacità di ascoltare l’altro nella vita di tutti i giorni.
Ma al pari di quello che accade per le fiabe quando si ha un sogno, e lo si insegue con tenacia, bisogna solo lasciarsi andare all’istinto, e non cercare di interpretarlo né di capirlo, chè tanto il “vissero felici e contenti” verrà da sé….parola di una “cenerentola”.