Nei giorni scorsi, sono andata ad acquistare il nuovo libro di Antonella Agnoli "La piazze del sapere" alla libreria Feltinelli della mia città e mi sono trovata immersa in un dialogo teorico e teoretico di primissimo livello, tanto caro ai bibliotecari ma anche al personale delle librerie a quanto pare...
Infatti la discussione è nata proprio da una commessa della libreria che sosteneva di non sapere dove posizionare sugli scaffali il libro della Agnoli appena arrivato e si appellava al passato dell'autrice. (In Italia funziona così si guarda sempre al passato...)
"Lei ha scritto sulle biblioteche dei ragazzi, quindi il libro va in biblioteconomia" diceva la commessa senior...
Ribatteva la collega: "Ma ora non scrive più per ragazzi (questo per ragazzi non l'ho nemmeno capito!!) ora scrive di urbanistica, quindi va ad architettura"
Allora io mi sono intromessa e ho detto: "Perché non lo mettete nel settore filosofia, vicino al libro di Bodei che parla delle cose della vita? In fondo anche "Biblioteche e libertà " (questo è il sottotitolo del libro della Agnoli) sono cose filosofiche della vita..."
La mia opzione non è piaciuta (anzi sono proprio sembrata una sprovveduta!!!) e il libro è stato posizionato nello scaffale dedicato al "management"...
alla fine sono anche riuscita ad acquistarlo e pure una sconosciuta che aveva assistito alla conversazione l'ha acquistato forse per capire meglio tutto quello che ci eravamo dette
Sono uscita dalla libreria veramente infuriata e sono ancora più convinta che in questo mondo italiano, così apparentemente flessibile e permissivo, sei fuori dagli schemi (e dagli scaffali) la vita è veramente dura...
in un prossimo post parleremo del libro Biblioteche e libertà , qualunque sia lo scaffale, la collocazione, il piano, la libreria, che lo contenga...
patrizia
Infatti la discussione è nata proprio da una commessa della libreria che sosteneva di non sapere dove posizionare sugli scaffali il libro della Agnoli appena arrivato e si appellava al passato dell'autrice. (In Italia funziona così si guarda sempre al passato...)
"Lei ha scritto sulle biblioteche dei ragazzi, quindi il libro va in biblioteconomia" diceva la commessa senior...
Ribatteva la collega: "Ma ora non scrive più per ragazzi (questo per ragazzi non l'ho nemmeno capito!!) ora scrive di urbanistica, quindi va ad architettura"
Allora io mi sono intromessa e ho detto: "Perché non lo mettete nel settore filosofia, vicino al libro di Bodei che parla delle cose della vita? In fondo anche "Biblioteche e libertà " (questo è il sottotitolo del libro della Agnoli) sono cose filosofiche della vita..."
La mia opzione non è piaciuta (anzi sono proprio sembrata una sprovveduta!!!) e il libro è stato posizionato nello scaffale dedicato al "management"...
alla fine sono anche riuscita ad acquistarlo e pure una sconosciuta che aveva assistito alla conversazione l'ha acquistato forse per capire meglio tutto quello che ci eravamo dette
Sono uscita dalla libreria veramente infuriata e sono ancora più convinta che in questo mondo italiano, così apparentemente flessibile e permissivo, sei fuori dagli schemi (e dagli scaffali) la vita è veramente dura...
in un prossimo post parleremo del libro Biblioteche e libertà , qualunque sia lo scaffale, la collocazione, il piano, la libreria, che lo contenga...
patrizia