Bye bye book... e il web si ribella


di Stefania Diafani
@FebruarySong

Sabato 24 marzo, alla Biblioteca comunale Renato Fucini di Empoli (FI) si è svolto l'attesissimo evento Bye bye book? - Gli ebook, il self publishing ed il futuro dell'editoria.

Lo scopo della giornata era quello di presentare le nuove frontiere del mondo librario per determinare quale futuro si prospetta per i lettori, gli autori e gli editori. Già, perché a quanto pare i primi a essere investiti da questo cambiamento saranno proprio loro: di fatto un'editoria che si autopubblica non passa per un editore e quindi non è editoria. Se questo è il futuro, che ne sarà della qualità di cui l'attuale filiera editoriale si fa garante? E dell'odore dei libri, tanto caro a molti lettori forti?

Visto l'argomento quasi futuristico, l'organizzazione ha pensato bene di adeguarsi e utilizzare i mezzi messi a disposizione dalla rete, creando su Twitter un hashtag (l'etichetta con il cancelletto che permette di raggruppare i tweet su un certo argomento) per fare il live tweet dell'evento; la scelta è risultata vincente e dopo cinque minuti dall'inizio è arrivata la notizia che #byebyebook era già al secondo posto in Italia tra i Trending Topic (la classifica degli hashtag più usati in quel momento). È dimostrato che a usare Twitter nel nostro Paese, o almeno a usarlo sfruttando a pieno le sue potenzialità, sono ancora solo persone con un livello di informatizzazione superiore alla media, e quindi vien da sé che l'argomento sia risultato di notevole interesse; insomma, a suon di tweet, retweet e reply, in poco tempo mezza Italia parlava di “Bye bye book?”.

Di cose da dire ce n'erano tante, troppe per poterle racchiudere tutte in una giornata, ma è da apprezzare lo sforzo nel cercare un equilibrio: la novità rappresentata dagli ebook nel primo panel, il mondo del self publishing nel secondo e cosa cambia per gli autori nel terzo e ultimo panel.

Come era forse giusto che fosse quando si parla di un tema del genere, la maggior parte dei relatori era composta da persone che con il web hanno un ottimo rapporto, per lo più giovani, quasi tutti presenti sul social network che nell'occasione l'ha fatta da padrone: @mgiacomello, che ha parlato dei problemi derivanti dal cercare di applicare agli ebook una legge risalente al 1941, @sergiocovelli, noto self publisher che ha già all'attivo varie autopubblicazioni, @cicciorigoli, un po' libraio e un po' comico, faccia e voce telefonica di Ultima Books, i ragazzi della Scrittura Industriale Collettiva, che ha dato vita a un romanzo storico scritto a duecento mani, fino ad arrivare a eFFe, colui che si definisce “antropologo, lavapiatti, professore, pubblicitario, ghost-writer, sandwich-man”.
Ragazzi che hanno creato presentazioni veloci, dinamiche, parlando con cognizione di causa e usando una terminologia appropriata ma comprensibile anche ai non nativi digitali, che fanno fatica a comprendere quella sovrapposizione tra io reale e io digitale di cui parlava eFFe in apertura del primo panel.

Quello che forse è mancato, invece, è stata una controparte che difendesse l'editoria nel senso più tradizionale e che permettesse un dialogo per valutare i pro e i contro di un fenomeno che sta prendendo sempre più piede. Si è fatto più volte l'esempio della discografia, dove prodursi da sé è una pratica comune e nessuno sembra scandalizzarsi come succede invece nel campo della scrittura, ma se qualcuno sceglie ancora di farsi produrre dalle case discografiche un motivo ci sarà. Lo stesso credo che valga, o che quantomeno varrà, per la letteratura.

La neonata lotta tra libri cartacei e libri elettronici è stata invece il nodo focale del botta e risposta cinguettante di Twitter: nel pomeriggio si è verificato un evento curioso dovuto forse a qualche utente meno accorto o al fatto che i 140 caratteri di ogni tweet non consentono mezze misure: #byebyebook ha cominciato a raccogliere sempre più opinioni di persone che si rifiutavano di abbandonare l'odore della carta in favore del tocco sterile di un e-reader, tanto che le due cinguettatrici ufficiali, @SilviaSurano e @martatraverso, hanno dovuto più volte precisare che quel particolare hashtag era collegato a un evento che si stava svolgendo a Empoli e niente di più.

Pregi e difetti della rete: l'essere alla portata di tutti facilita la diffusione, ma anche la perdita del punto focale. Tutto sta nel capire se sono di più i vantaggi o gli svantaggi.
Col senno di poi, comunque, mi sembra che abbia ragione eFFe quando dice:

«Alla fine a vincere non è il cartaceo né il digitale,
ma la cultura, in un Paese che ne ha fortemente bisogno.»


E voi da che parte state? Fate anche voi parte di quella nutrita schiera di annusatori della carta?



(foto dal profilo Twitter di Mattia Marasco)

7 Comments

Previous Post Next Post