Enza Di Lallo
Partecipare alla nascita di un musical richiede tenacia,impegno,costanza e preparazione,tutte qualitaà da non sottovalutare:un'esperienza per tutti ma non per molti. Diventa coinvolgente perchè tale è l'entusiasmo di chi scrive una storia da raccontare a teatro,e se è vero che cambia se chi recita sia un professionista o un dilettante, la sostanza però è la stessa,emozione.Alla fine di tutto,quei momenti di fatica ti restano nel cuore, il tempo trascorso insieme a tutti gli altri, come tempo condiviso con una nuova famiglia in cui si alternano, per sua normale definizione,i momenti di euforia a quelli di crisi. Ci si sostiene,incoraggia,insulta,e poi di nuovo asseconda...Ballerini testardi,visi corrucciati,prove massacranti,giochi,risate,volti stanchi,accaldati e occhi che brillano:tanta è la voglia di esibirsi e mostrare ciò che si è capaci di esprimere con il corpo, con la voce, con il viso. La scelta dei brani,le coreografie,battute lette senza troppa convinzione,copioni seguiti alla lettera,nervosismo,tensione,la prova costumi. Il taglio di una scena,l'improvvisazione,il cambio microfono,l'entrata e l'uscita,l'espressione giusta,la mimica azzeccata,la sensazione di panico davanti al pubblico. E....poi arriva la prima,le prove generali,gli ultimi istanti prima,quelli che nessuno racconta ma che si ripetono inesorabilemnte ad ogni "piece". Gli ultimi istanti sono anche i più sentiti,è l'attimo di tempo in cui emergono le ansie accumulate; se visti dall'altro lato del palco,nel "taglia e cuci" fatto da fonici,regista,tecnici,parrucchieri ,truccatore e costumista, sono quelli gli istanti in cui si chiude il copione sui mille dubbi, e il montaggio spietato attende la sua prosecuzione. C'è la prova microfoni,l'effetto audio,il mixer imponente con mille tasti per calibrare "i bassi", una mano sapiente che preme "play", poi parte il sottofondo....che la magia abbia inizio....1,2,3...ecco,si alza il sipario.
Partecipare alla nascita di un musical richiede tenacia,impegno,costanza e preparazione,tutte qualitaà da non sottovalutare:un'esperienza per tutti ma non per molti. Diventa coinvolgente perchè tale è l'entusiasmo di chi scrive una storia da raccontare a teatro,e se è vero che cambia se chi recita sia un professionista o un dilettante, la sostanza però è la stessa,emozione.Alla fine di tutto,quei momenti di fatica ti restano nel cuore, il tempo trascorso insieme a tutti gli altri, come tempo condiviso con una nuova famiglia in cui si alternano, per sua normale definizione,i momenti di euforia a quelli di crisi. Ci si sostiene,incoraggia,insulta,e poi di nuovo asseconda...Ballerini testardi,visi corrucciati,prove massacranti,giochi,risate,volti stanchi,accaldati e occhi che brillano:tanta è la voglia di esibirsi e mostrare ciò che si è capaci di esprimere con il corpo, con la voce, con il viso. La scelta dei brani,le coreografie,battute lette senza troppa convinzione,copioni seguiti alla lettera,nervosismo,tensione,la prova costumi. Il taglio di una scena,l'improvvisazione,il cambio microfono,l'entrata e l'uscita,l'espressione giusta,la mimica azzeccata,la sensazione di panico davanti al pubblico. E....poi arriva la prima,le prove generali,gli ultimi istanti prima,quelli che nessuno racconta ma che si ripetono inesorabilemnte ad ogni "piece". Gli ultimi istanti sono anche i più sentiti,è l'attimo di tempo in cui emergono le ansie accumulate; se visti dall'altro lato del palco,nel "taglia e cuci" fatto da fonici,regista,tecnici,parrucchieri ,truccatore e costumista, sono quelli gli istanti in cui si chiude il copione sui mille dubbi, e il montaggio spietato attende la sua prosecuzione. C'è la prova microfoni,l'effetto audio,il mixer imponente con mille tasti per calibrare "i bassi", una mano sapiente che preme "play", poi parte il sottofondo....che la magia abbia inizio....1,2,3...ecco,si alza il sipario.